Mi ero ripromessa che dopo aver corso la Maratona di Milano mi sarei occupata di più dei miei piedi. Tra la preparazione di una maratona e l’altra ho passato mesi e mesi ad avere i piedi sigillati nelle scarpe da running con cui ultimamente ho corso davvero tante ore e tanti chilometri. Archiviati i 42km meneghini ho così deciso di dedicarmi un po’ al rehab dei miei piedi che pensavo fossero più forti e allenati di quanto invece lo siano davvero. Se sei abituata a correre a lungo non è detto che i tuoi piedi siano forti e in salute, anzi tendono a perdere sensibilità e a dimostrarmelo è stato proprio un incontro, insieme ad altri sportivi presso lo store Vibram di Milano, con Sergio Rossato, Fitness Project Manager del brand.
Dopo averci fatto un breve excursus sulla storia di Vibram (lo sapevate che il fondatore, il Sig. Vitale Bramani da cui deriva appunto il nome Vi-bram, ha inventato la famosa suola Carrarmato?), Sergio ci ha fatto togliere scarpe e calze e ci ha fatto prendere confidenza con i nostri piedi facendoci passeggiare su diversi tipi di superfici. Ed è stato proprio lì che mi sono resa conto di avere dei piedi non proprio al top. Devo dire che ho fatto molta fatica a seguire le indicazioni di Sergio sul provare ad allargare e addirittura a muovere singolarmente ogni dito, movimenti che, invece, dovrebbero essere più che naturali. Costituiti da 33 articolazioni, centinaia di muscoli, tendini e legamenti e con quasi 200mila sensori sotto ogni pianta, i piedi sono meccanismi perfetti e strabilianti, ma siamo diventati così dipendenti dalle scarpe che ormai sono quasi diventati un mistero per noi. È arrivata l’ora di imparare a conoscerli e soprattutto di rispettarli.
Per prima cosa i piedi vanno osservati. “Guardateli, toccateli, cercate di familiare con la loro forma e la loro condizione”, ci ha spiegato Sergio. “Vanno sensibilizzati, bisogna abituarsi a camminare su superfici diverse, noterete che i piedi risponderanno a questi stimoli in maniera diversa in base alle superfici. Provate a sollevarvi sulle punte, chiudete le dita, appoggiate il peso prima sul lato esterno e poi interno, cercare di afferrare una salvietta dal pavimento con le dita e passatela all’altro piede. Questi sono esercizi che andrebbero eseguiti ogni giorno”, ha continuato Sergio.
Insomma, ho capito che i piedi, così come tutte le altre parti del corpo, vanno allenati regolarmente e da lì mi si è aperto tutto un mondo. Sergio ci ha fatto provare le FiveFingers, le famose calzature minimaliste con le cinque dita per capirci, quelle che quando le indossi ti sembra di essere a piedi nudi. “L’ideale – dice Sergio – sarebbe indossare le FiveFingers in modo graduale, si può iniziare con una mezzora, per poi passare a qualche ora e perché no, con il tempo ci si potrebbe anche correre”. Io le sto indossando soprattutto nel weekend e dopo gli allenamenti e devo dire che sto migliorando a vista d’occhio, non sono ancora in grado di avere delle dita ‘prensili’, ma già il fatto che io ci metta soltanto qualche minuto per indossarle (rispetto all’inizio in cui facevo una fatica boia soltanto per separare le dita) è già un grande passo avanti!
Ci sono tanti modelli tra cui scegliere, ci sono quelle indicate per la corsa, ma anche quelle per camminare, per il trekking e per lo yoga. Ci sono addirittura gli stivali e anche le calze (naturalmente con le cinque dita!)
Il consiglio è senza dubbio quello di provarle perchè si tratta di un’esperienza sensoriale unica, da fare assolutamente se si vuole bene ai propri piedi. Ormai sono diventate le mie calzature preferite soprattutto per il weekend in cui mi dedico totalmente a me e allo sport, come potete vedere dalle foto. Insomma, è un modo per tornare alle origini, camminare scalzi aumenta la percezione dei nostri piedi e ci mette in sintonia con l’ambiente circostante. Provare per credere!